Parafrasi: vv.415-448
Telemaco si meravigliò quando apparve Minerva e, capì che aveva di fronte un Dio. Il figlio di Ulisse andò tra i Proci mentre il cantore raccontava una storia che parlava del ritorno di Ulisse a Itaca mentre i Proci lo ascoltavano silenziosamente. Penelope, la venerata figlia di Icario, scese dalle scale della reggia seguita dalle sue ancelle. Quando fu nella sala dove i Proci si erano stanziati, si fermò sulla porta. Con i veli che le coprivano il volto piangente, chiese al cantore Femio: Femio, grande cantore, non hai altre storie d’imprese di Dei o di uomini?
Racconta di quelle storie mentre i Proci taciturni pranzano e smetti di cantare quella che spezza il cuore, perché ogni sera lo penso e spero che quell’eroe Acheo torni in patria.
Riassunto: vv.449-474
Telemaco disse alla madre che il cantore non era il responsabile del destino di Ulisse ma era Giove che aveva deciso. La madre fu stupefatta dalle parole del figlio e risalì nella sua camera con le ancelle.
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